MARTEDì’ 6 DICEMBRE ore 20,30
Teatro Verdi, Muggia (TS)
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Light of Day Benefit Tour
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evento su facebook: https://www.facebook.com/event.php?eid=262390157130679
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Con molta gioia, orgoglio e impegno ritorna:
LIGHT OF DAY BENEFIT TOUR
Il sound della East Coast americana a favore della ricerca sul Parkinson, SLA e Sclerosi Multipla.
Una “Acoustic rock night” con la partecipazione di:
— WILLIE NILE è stato negli Ottanta sul punto di farcela a grandi livelli, ha aperto per gli Who, creato una strada alternativa su cui chi amava il sound di Bob Dylan e Bruce Springsteen poteva trovare ballate da sogno (“Across The River”) ed energia pari a quella della E Street Band (“Vagabond Moon”), ritorna a Trieste dopo l’indimenticabile concerto a luglio sul lungomare di Barcola; songwriter di razza, poesia ed impegno sociale unite ad una carica rock fuori dal comune.
— JOE D’URSO da molti anni si sbatte per i club della costa est e di tutta Europa propagandando con sudore e passione una musica che non poco deve ai Wallflowers ed ai Counting Crows; anche Joe ritorna entusiasta a Trieste, dopo lo scorso concerto tutto sudore e passione; grande carica e travolgente energia.
— ISRAEL NASH GRIPKA è un cantautore statunitense. Nato in un piccolo paese dei monti Ozark nel Missouri, figlio di un pastore battista si trasferisce a Williamsburg, a Brooklyn. Qui pubblica nel 2009 un primo album New York Town, ispirato a Ryan Adams. Assieme al batterista Steve Shelley dei Sonic Youth e con la band di supporto dei The Fieros si trasferisce nelle montagne Catskill nello stato di New York in cerca di ispirazione, dove registra l’album Barn Doors & Concrete Floors. La registrazione avviene in un granaio e le tracce dell’album sono intrise di roots-rock country rock con rimandi ai Rolling Stones di Exile on Main Street.
— JAMES MADDOCK Una carriera che è un piccolo romanzo, come spesso accade, per questo musicista, che con il suo esordio del 2000 intitolato Songs from Stanford hill ricevette grandi plausi dalla critica, ma non riuscì a raggiungere le classifiche, creando un vuoto personale nel cuore dell’ artista. Ci sono voluti dieci anni prima che nel giro di poco più di un’ anno due album, uno in studio, Sunrise on Avenue C, ed uno dal vivo, Live at the Rockwood hall, lo riportassero al centro della scena musicale d’ autore americana. Il passo è quello dei grandi nomi, da Springsteen ai cantanti anche della costa Ovest americana, con quella bella ruggine americana che non dorme mai, invece tipico della Grande Mela, a dare il passo ed il polso alle sue canzoni.
— RICCARDO MAFFONI Dopo esser stato il primo ospite fisso dei concerti dei Nomadi, grazie ad una collaborazione con la Premiata Forneria Marconi vince il “Premio Speciale Fandango”. Nel 2004 pubblica su etichetta Warner/BMG l’album Storie di chi vince a metà, interamente scritto da Maffoni e contenente il singolo Uomo in fuga, dedicato a Marco Pantani. La canzone, scritta prima della scomparsa del ciclista, viene scelta dalla Fondazione Marco Pantani Onlus per rappresentare tutte le manifestazioni ufficiali riconducibili a Pantani.
L’album gli permette d’esser scelto come sostenitore per i concerti dei Nomadi, di Van Morrison (il 17 marzo 2004 a Roma e il 18 marzo a Milano) e di Alanis Morissette (il 7 e 10 luglio 2004). Nel 2006 vince il Festival di Sanremo nella sezione giovani. Nell’estate 2008 Maffoni apre le date del “Ferro e Cartone Tour 2008” di Francesco Renga, oltre ad effettuare un proprio tour nelle piazze italiane. Nel giugno del 2010 come chiusura di un tour acustico iniziato nell’ottobre 2009 intraprende un mini tour negli USA che lo porta a suonare in Florida e a New York.
— DORINA l’idolo di casa, un vulcano di energia e un grande talento come dimostrato nel corso dell’ultimo X FACTOR. Una vera rocker!
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L’incasso della serata porterà denaro europeo, altre forze dunque, a chi sta cercando di frenare il Parkinson.
L’intero incasso verrà infatti devoluto in beneficenza metà alla “Light Of Day Foundation” USA e metà a LIMPE – Lega Italiana per la lotta contro la malattia di Parkinson, le Sindromi Extrapiramidali e le Demenze.
Non solo, a beneficiarne saranno anche quanti stanno facendo ricerche sulla SLA e sulla sclerosi multipla. Nel corso dei 10 anni di Light of day sono stati raccolti più di un milione di dollari donati alla ricerca.
Per ulteriori informazioni sulla fondazione Light of Day visitate il sitowww.lightofday.org
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TICKET
Prevendita: SOCI ts is rock 15 euro – NON SOCI 18
In serata: 20 per tutti
presso
Sede Corso Italia 9 (Studio Udovici) lun e giov 16-18
Seconda Stella a destra, via Cadorna 9
Libreria Minerva, Via San Nicolò
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STORIA LIGHT OF DAY
“Suono una sera per me e una sera per l’altro ragazzo”. C’era una volta Harry Chapin, autore di canzoni, newyorkese bravissimo a dare di block notes e chitarra, ma bravo forse ancora di più a ritenere che guadagnare una sera su due gli potesse bastare. Suonava una sera per lui e una per chi ne aveva più bisogno: “one night for me, one night for the other guy”, appunto. E lo raccontava orgoglioso, ed anche un po’ logorroico, a chi lo incontrava per caso. Per caso, una sera fu Bruce Springsteen a ritrovarselo sotto la finestra del suo hotel. Erano gli anni Settanta, quando poteva capitare che Chapin e Springsteen dividessero lo stesso motel fuori città, e poi giù a raccontarsi come era andata, ognuno in un club diverso, ognuno con la propria band. Poi Springsteen all’inizio degli anni Ottanta ha scritto e pubblicato “The River” prima di diventare una superstar planetaria, mentre a Chapin è toccato un incidente d’auto sulla Long Island Expressway a pochi chilometri dal prossimo club in cui cantare per “l’altro ragazzo”. Avrebbe devoluto l’incasso in beneficenza quella sera, invece ha trovato la morte. A 27 anni da allora, c’è ancora chi canta “one night for me, one for the other guy”.
L’altro ragazzo si chiama Bob Benjamin e a molti il nome dirà sicuramente poco. E’ una manager di periferia, precisamente del New Jersey del nord, uno che campa gestendo gli interessi e le serate di piccoli rock’n’roller ma che lo fa con la passione di chi finisce col dare alla musica tutto sé stesso, anche le ultime forze. Sta lottando da anni con il morbo di Parkinson ma non molla i club, le chitarre, l’agenda degli appuntamenti. Per lui hanno messo insieme nove edizioni di un evento di beneficenza, il “Light Of Day”, che è attraversato dal sogno che Bob possa farcela. E’ capitato così che sul palco dello Stone Pony di Asbury Park incrociassero le chitarre Bruce Springsteen e l’attore Michael J.Fox, o che Southside Johnny, Garland Jeffreys e altri cantassero le loro canzoni appassionate in cambio di nulla, perché la “cassa” serviva a dare forza alla ricerca sul male terribile che aveva colpito il loro amico.
Alcuni dei protagonisti di quelle
notti seguono le orme di Harry Chapin e senza mai mancare l’appuntamento americano del “Light of Day” (“luce del giorno”, dalla canzone che Springsteen scrisse per l’omonimo film dell’amico Paul Schrader), sono anche ospiti fissi di una piccola versione europea di quei concerti.
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