Esiste una linea sottile che separa il concerto dall’evento, il musicista vero dal mestierante, la serata magica dalla normale amministrazione. Willie Nile, piccolo uomo di Buffalo dal grande cuore, l’ha saltata a piedi pari l’altra sera in uno stipatissimo “Miela”, dando vita a un act che per intensità non si ricordava a queste latitudini da tanti, troppi anni. Quasi due ore di show pulsante, dove l’unica ballata, l’avvolgente “Streets of New York”, con Willie solo al piano, è arrivata dopo 45 minuti, apripista di un’altra cavalcata elettrica che sembrava non avere mai fine. Johnny Pisano al basso e Frankie Lee alla batteria sono una rodata macchina del ritmo, mentre al resto provvede un raffinato cesellatore della solista come Jorge Otero. Ne è venuta fuori un’esibizione praticamente perfetta, che ha oscillato attorno all’intera produzione del rocker, con i picchi raggiunti in una memorabile “House of Thousand Guitars”, e nelle sorprendenti proposte uscite dal nuovisimo cd, “The Innocent Ones”. Ma Nile, newyorchese acquisito, non ha disdegnato neanche un omaggio a due altri suoi illustri concittadini, recentemente scomparsi, e cioè Jim Carroll, di cui ha proposto una “People who die” suonata a 200 all’ora e Joey Ramone dell’omonimo gruppo, fatto rivivere sul palco in un memorabile medley che comprendeva “Blitzkrieg Bop” e “Sheena is a punk rocker” . Cuore, velocità e sudore: gli ingredienti perfetti per un’esibizione salutata con autentiche ovazioni dai presenti, con gran soddisfazione dell’associazione “Trieste is Rock” che non poteva scegliere artista migliore per il suo debutto ufficiale. Bis finale con la rollingstoniana “Satisfaction”, cantata a viva voce dai presenti e una promessa: tornerà. La data non è ancora definita ma dovrebbe essere in luglio, a Duino, nell’ambito delle manifestazioni di Folkest.
Articolo di Furio Baldassi, il Piccolo — 17 aprile 2010, pagina 32, sezione: Cultura-Spettacolo