SABATO 02 DICEMBRE ore 20,30
Teatro Verdi, Muggia (TS)
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Light of Day Benefit Tour 2017
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evento su facebook: https://goo.gl/J9UqQy
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The Light of Day Benefit Tour per l’ottavo anno consecutivo a Trieste. Il sound della East Coast americana a favore della ricerca sul Parkinson, SLA e Sclerosi Multipla.
con la consueta sinergia tra Trieste is Rock e Trieste calling the BOSS per la parte artistica e di produzione dell’evento e Good Vibrations (www.good-vibrations.it) per amministrazione, marketing e comunicazione.
Giunge alla diciottesima edizione questa iniziativa che riunisce splendidi musicisti per la raccolta fondi per la lotta contro una terribile malattia: il Morbo di Parkinson.
Nata ad Asbury Park nel New Jersey, con il nome preso in prestito da una sferzante canzone di Bruce Springsteen, questa manifestazione ogni anno vede impegnati i migliori artisti della scena rock USA in un tour benefico che da qualche anno arriva anche in Europa.
Grazie all’iniziativa dell’Associazione Culturale Musicale “Trieste is Rock” quest’anno, venerdì 2 dicembre la carovana guidata da Joe D’Urso ritorna per la settima volta a Trieste, al Teatro Verdi di Muggia sull’onda dello strepitoso successo degli anni scorsi. Con lui sul palco James Maddock, Jeffrey Gaines, Ben Arnold, Vini “Mad Dog” Lopez ai quali si unirà il triestino Frank Get per una serata acustica dove rock e solidarietà si fonderanno in un evento memorabile.
☆☆☆ Joe D’Urso ☆☆☆
musicista del New Jersey, di orgogliose radici italiane, ritorna entusiasta a Trieste, per un concerto tutto sudore e passione; musica che non poco deve ai Wallflowers ed ai Counting Crows ma con la travolgente energia che lo contraddistingue.
☆☆☆ James Maddock ☆☆☆
una carriera che è un piccolo romanzo; 5 album in 17 anni di carriera. Il passo è quello dei grandi nomi, da Springsteen ai cantanti anche della West Coast, con la ruggine americana che non dorme mai a dare corpo alle sue canzoni. Arriva con un nuovo album da presentare.
☆☆☆ Jeffrey Gaines ☆☆☆
cantautore di Philadelphia e molto noto nella East Coast, sulla scena dal 1992, autore di ballate avvolgenti rese personalissime grazie ad una voce calda ed espressiva.
☆☆☆ Ben Arnold ☆☆☆
leader della rock band di Philadelphia, gli US Rails, prosegue in parallelo la propria carriera solista con parecchi album all’attivo. Trascinante ed grintoso con una voce che ricorda il miglior John Hiatt.
☆☆☆ Vini “Mad Dog” Lopez ☆☆☆
non ha bisogno di presentazioni, basta ricordare che è stato il primo batterista della E-Street Band. Simpatia ed energia allo stato puro. Ed una grandissima voce!
☆☆☆ Frank Get ☆☆☆
una delle colonne del rock e del blues a Trieste, amico da sempre del Light of day con anche esibizioni nelle tappe finali nel New Jersey. Arriva con un nuovo album in uscita a novembre …
Con loro, in apertura:
❚ Rob Dye: musicista del New Jersey, che mescola rock, country, R&B, gospel mantenendo sempre la vera essenza di ogni genere.
❚ Jacopo Tommasini Band: il giovana chitarrista e cantante triestino già leader dei Brazos BST e dei The Enema Bandits giovanissima tribute band di Frank Zappa.
L’intero incasso verrà devoluto in beneficenza, parte alla “Light Of Day Foundation” USA e parte alla LIMPE (Lega Italiana per la lotto contro la malattia di Parkinson, le Sindromi Extrapiramidali e le Demenze)
I biglietti sono disponibili presso:
SEDE TRIESTE IS ROCK (Via Crosada,3) LUNEDì e GIOVEDì dalle 17 alle 19 – MARTEDì 11-12
– Ticketpoint, Corso Italia 6/c, Trieste
– Libreria Minerva, Via San Nicolò, Trieste – Tel. 369340
– Animal House, Strada di Fiume 7c, Trieste – Tel 040/2604428.
– Caffè TeatroVerdi di via S.Giovanni 2 e 4 – Muggia – tel. 040-271155
Di seguito i prezzi:
SOCI TRIESTE IS ROCK: prevendita 15 euro – intero 20 euro
NON SOCI: prevendita 18 euro – intero 20 euro
STORIA LIGHT OF DAY
“Suono una sera per me e una sera per l’altro ragazzo”. C’era una volta Harry Chapin, autore di canzoni, newyorkese bravissimo a dare di block notes e chitarra, ma bravo forse ancora di più a ritenere che guadagnare una sera su due gli potesse bastare. Suonava una sera per lui e una per chi ne aveva più bisogno: “one night for me, one night for the other guy”, appunto. E lo raccontava orgoglioso, ed anche un po’ logorroico, a chi lo incontrava per caso. Per caso, una sera fu Bruce Springsteen a ritrovarselo sotto la finestra del suo hotel. Erano gli anni Settanta, quando poteva capitare che Chapin e Springsteen dividessero lo stesso motel fuori città, e poi giù a raccontarsi come era andata, ognuno in un club diverso, ognuno con la propria band. Poi Springsteen all’inizio degli anni Ottanta ha scritto e pubblicato “The River” prima di diventare una superstar planetaria, mentre a Chapin è toccato un incidente d’auto sulla Long Island Expressway a pochi chilometri dal prossimo club in cui cantare per “l’altro ragazzo”. Avrebbe devoluto l’incasso in beneficenza quella sera, invece ha trovato la morte. A 27 anni da allora, c’è ancora chi canta “one night for me, one for the other guy”.
L’altro ragazzo si chiama Bob Benjamin e a molti il nome dirà sicuramente poco. E’ una manager di periferia, precisamente del New Jersey del nord, uno che campa gestendo gli interessi e le serate di piccoli rock’n’roller ma che lo fa con la passione di chi finisce col dare alla musica tutto sé stesso, anche le ultime forze. Sta lottando da anni con il morbo di Parkinson ma non molla i club, le chitarre, l’agenda degli appuntamenti. Per lui hanno messo insieme nove edizioni di un evento di beneficenza, il “Light Of Day”, che è attraversato dal sogno che Bob possa farcela. E’ capitato così che sul palco dello Stone Pony di Asbury Park incrociassero le chitarre Bruce Springsteen e l’attore Michael J.Fox, o che Southside Johnny, Garland Jeffreys e altri cantassero le loro canzoni appassionate in cambio di nulla, perché la “cassa” serviva a dare forza alla ricerca sul male terribile che aveva colpito il loro amico.
Alcuni dei protagonisti di quelle notti seguono le orme di Harry Chapin e senza mai mancare l’appuntamento americano del “Light of Day” (“luce del giorno”, dalla canzone che Springsteen scrisse per l’omonimo film dell’amico Paul Schrader), sono anche ospiti fissi di una piccola versione europea di quei concerti.