Chiamatela, se volete, John Mayall in gonnella. O magari una Bonnie Raitt con più tiro. Di sicuro Kellie Rucker , attesa domenica, alle 21.30, allo stabilimento Ausonia di Riva Traiana a Trieste, è una che sa coniugare al meglio tutti gli stilemi del blues, magari mescolandolo con influenze di world music, della quale è dichiaratamente una fan. Armonicista e cantante, è una delle sidewomen più conosciute e apprezzate della scena blues californiana e in passato ha condiviso il palco con numerose leggende del music business (Dizzy Gillespie, Stephen Stills, Albert Collins, James Cotton, ZZ Top, Dan Hicks, Warren Zevon, Little Feat e B.B. King) Nel suo repertorio i grandi classici del genere convivono con brani propri, tratti dagli ultimi due cd (“Ain’t It Bottom” del 2006 e il recente “Church Of Texas”) composti con gusto e senza perdere il senso di una lunga tradizione. Vera virtuosa dell’armonica ricorda a volte due mostri sacri come Sonny Boy Williamson o Little Walter, anche se il suo approccio con lo strumento è più rockettaro, mentre la voce, rauca e profonda quanto basta, ricorda tanto Bonnie Raitt quanto la texana Lou Ann Barton. A dirla tutta l’ennesimo colpaccio di “Trieste is Rock” , che dopo Willie Nile e Joe D’urso continua a rinvigorire la per il resto amorfa stagione triestina dei concerti. Come molti artisti americani ha trovato il successo prima in Europa, come ha raccontato nei giorni scorsi in un’intervista a Ruggero Prazio. «Quando ero molto giovane sono venuta in Svezia ed è stata un`esperienza indimenticabile, perchè in America suonavamo in posti terribili, non facevamo un soldo e non interessavamo a nessuno perchè c`erano altri dieci gruppi altrettanto buoni. Quando siamo arrivati in Svezia ci trattavano come dei divi. Voglio dire che venivamo trattati bene, ci trovavano degli alberghi carini, e ci facevano fare interviste alla radio: c`era dell`attenzione e ce la meritavamo, perchè la musica era buona. Allora mi sono detta: “Devo tornare”. E così, quando ho fatto il mio primo disco nel 2006, ho deciso che volevo assolutamente dedicarmi all`Europa».
Domenica sarà una vera festa del blues, perché oltre alla Rucker, che si esibirà con una formazione che comprende Antonio Gramentieri alla chitarra, Rigo Righetti, già bassista di Ligabue dal 1995 al 2007 e Danny Montgomery alla batteria, sono chiamati ad aprire la serata i Tex Mex di Frank Get (il triestinissimo Franco Ghietti, per i meno avezzi), Matteo “Zecca”, Sandro Bencich con Miki Milan Komljenovic (No Stress Brothers dall’Austria) più uno special guest come Johnny Staxx ed altri ancora. La jam finale si prospetta fin d’ora come uno dei momenti più caldi dell’estate.
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Articolo di Furio Baldassi, il Piccolo — 18 giugno 2010 pagina 24 sezione: CULTURA – SPETTACOLO