Joe D’Urso & Stone Caravan + Miami & the Groovers

Per una sera la costa triestina si tinge a stelle e strisce tramutandosi nel Jersey Shore, moto noto agli appassionati di rock americano. Arriveranno infatti 2 gruppi che da quel luogo traggono profonda ispirazione, chi per ragioni di nascita e chi per ragioni di passione musicale.

I Gruppi sono gli americani Joe D’Urso & Stone Caravan e i riminesi, ma già molto noti in città, Miami & the Groovers.

Joe D’Urso

 

E’ un cantante e musicista che proviene dalla contea di Rockland nello stato di New York.

Popolarissimo nell’entourage di Bruce Springsteen, Joe è ormai uno dei personaggi di maggior spicco nell’ambito della fiorente scena musicale che gravita fra New York City e il “Jersey Shore” (ossia la costa del New Jersey), un’area che ha visto nascere il Boss e in cui si muovono da anni numerosi artisti di livello quali Southside Johnny, Willie Nile (che abbiamo portato a Trieste il 15 aprile), Garland Jeffreys, Joe Grushecky e tanti altri, e si è ormai ritagliato con pieno merito un proprio spazio nella storia del rock indipendente.

La sua musica è legata alle radici della tradizione americana (“rootsy”, per dirla come negli USA), introspettiva eppure travolgente ed energica. I suoi show sono stati registrati e diffusi a livello mondiale da una vera legione di fan sparsi in 24 Paesi dove molti di loro si fanno regolarmente centinaia di chilometri per essere presenti alle sue performance dal vivo.

Gary Price, giornalista della BBC, dice che “Joe D’Urso canta come un angelo e scrive canzoni come un demonio” e sul New York Times la scrittrice Karen DeMasters lo definisce “uno dei più originali e versatili fra gli artisti attuali che compongono musica basata sul buon vecchio rock and roll”.

Di evidenti origini italiane, negli ultimi anni ha fatto del nostro Paese la meta preferita nei suoi lunghi e frequenti tour mondiali, radunando attorno a sé un crescente numero di fedelissimi ed appassionati seguaci.

Come artista, D’Urso ha intrapreso fin dalle origini la scelta dell’indipendenza. E’ andato via via creando una florida base di fans con i suoi CD e soprattutto grazie ai suoi tour e il suo catalogo musicale è pubblicato sulla sua stessa etichetta, la SCR/Schoolhouse Records.

Come persona, Joe rimane fedele a un ideale ispirato da Harry Chapin, musicista famoso negli USA per le sue iniziative contro la fame e la povertà nel mondo, fondatore con Bill Ayres del WHY (World Hunger Year), morto in un incidente d’auto nel 1981: nella vita è fondamentale aiutare i meno fortunati. D’Urso è fortemente impegnato con il WHY e con l’Artists Against Hunger and Poverty (AAHP, Artisti contro la fame e la povertà, un’associazione che fa parte dello stesso WHY).

Joe porta nella sua vita e nella sua musica una magica combinazione di passione e impegno”, dice di lui Jen Chapin, figlia di Harry e Presidente dell’Ufficio Direzione del WHY. “La musica di Joe D’Urso è appassionata, vibrante e piena di bellissime storie”, aggiunge Ayres. Sue Leventhal, direttrice dell’AAHP, definisce Joe D’Urso “un musicista fantastico, di prima grandezza”.

La fiera indipendenza di Joe, la dinamica presenza scenica e la natura altruista lo hanno portato a percorrere una strada meno battuta ma capace di regalargli, negli anni, immense soddisfazioni e meritati riconoscimenti.

Se gli album sono un mezzo perfetto per conoscere il Joe D’Urso autore, bisogna assolutamente vederlo dal vivo per poter apprezzare appieno la sua potenza come performer. Che sia solo sul palco con una semplice chitarra acustica per compagna o che faccia esplodere la carica del suo repertorio con il pieno supporto dei fidi Stone Caravan, Joe in concerto è un evento irresistibile ed affascinante. L’artista e il pubblico interagiscono fino a dar vita, inevitabilmente, a un’esperienza comune. Sebbene sia una scaletta di base a dare il via allo show, lo spirito particolare di ogni serata e le richieste del pubblico assicurano sempre che ogni concerto abbia qualcosa di assolutamente speciale ed unico.

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Miami & the Groovers

 

La band nasce nel 2000.
La prima line up è formata da: Lorenzo “Miami” Semprini, Roby Vezzelli, Tommy Benzi e Christian Santolini.

Si aggiungeranno l’anno dopo Ivan Barbari e Claudio “Clay” Giani.
La band ha inizialmente un repertorio di sole cover (Springsteen, Creedence, Dylan, Stones, ecc.) ma dal 2001 vengono aggiunte anche canzoni originali.
Nel frattempo l’attività live si intensifica (50 concerti annui) ed iniziano i primi incontri con musicisti americani come Joe D’Urso, Elliott Murphy, Jason Reed, Dirk Hamilton. Viene registrato un “Demo tape” con 3 canzoni inedite e 2 cover (Proud Mary e The great song of indifference).
Nel 2002 entrano a far parte della band Beppe “Rocker” Ardito (inizalmente al basso) e Marco “Boom Boom” Ferri alla batteria.
A metà 2004 inizia la lavorazione al primo album “DIRTY ROADS” che vedrà la luce nell’aprile 2005, in coincidenza con l’ennesimo cambiamento di line up (Gianluca “Spiderman” Fabbri entra al basso e Beppe Ardito passa alla chitarra al posto di Roby Vezzelli). 

A Novembre 2004 Lorenzo “Miami” Semprini partecipa al “Light of day Benefit” al mitico Stone Pony di Asbury Park, New Jersey ed ha la possibilità di esibirsi la stessa sera in cui si esibiscono artisti come Bruce Springsteen, Joe Gruscheky, Willie Nile.

Ad aprile 2005 esce l’album “DIRTY ROADS” con la collaborazione dei fratelli Marino e Sandro Severini dei Gang e di Joe D’Urso che regala alla band l’inedita “Waiting for me”, inoltre è presente anche una cover del brano “Further on up the road” di Bruce Springsteen.

Il Dirty Roads tour dura circa 2 anni e porta Miami & the Groovers a suonare in ogni angolo d’Italia per circa 120 date (tra cui Big Mama a Roma, Spaziomusica a Pavia, Ravello Festival, Subiaco rockblues festival, Glory Days in Rimini, ecc.) e con musicisti del calibro di: Southside Johnny & the Asbury Jukes, Popa Chubby, Bill Toms, Joel Guzman, Graziano Romani, Gang, Ron Lasalle, Joe Rapolla, Nick Barker.

Nel dicembre 2006 Lorenzo Miami Semprini viene invitato a partecipare quale unico artista italiano al leg italiano del Light of Day Europe esibendosi a Roma con Willie Nile, Jesse Malin e Joe D’Urso.
Nell’estate del 2007 Alessio Raffaelli sostituisce Ivan Barbari alle tastiere.
L’attività live continua incessantemente, ma iniziano nel Novembre 2007 le lavorazioni al secondo album della band.

Il nuovo album “Marry go round” contiene 12 canzoni (tra cui la cover di “Night on the town” dei Del Fuegos) con varie collaborazioni di musicisti americani come Joel Guzman, Ron Lasalle, Bill Toms, Phil Brontz, Marc Reinsman, Erin Sax Seymour e il mastering di Bruno Green (Lennoxville, Canada).
Il “Merry go round tour” parte il 15 marzo 2008 a Torino.

L’album riceve ottime recensioni da Buscadero, Jam, Mucchio.

La band collabora con Michael McDermott grande artista di Chicago.

Inoltre a fine Ottobre arrivano 3 shows negli Stati Uniti: al Bitter End di New York, a Red Bank e allo Stone Pony di Asbury Park per l’edizione 2008 del Light of day che ha visto al partecipazione, tra gli altri, dei Goo Goo Dolls.

Lorenzo Miami partecipa anche alla tappa italiana del Light of day (3 dicembre 2008 a Como) in compagnia di Jesse Malin, Marah, Willie Nile e Joe D’Urso.

Miami & the Groovers amano definirsi “una insalata mista di rock’n’roll”, con la schiettezza, l’umiltà e la passione che contraddistingue chi suona e vive questo tipo di musica.

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03 LUGLIO: Glen Hansard

Cantautore, chitarrista, attore, voce e chitarra dei The Frames, fondatore insieme a Marketa Irglova, dei THE SWELL SEASON, vincitore del premio Oscar nel 2008 con ‘Falling Slowly’, miglior canzone originale tratta dal film ‘Once’, Glen Hansard torna in Italia per presentare All That Was East Is West Of Me Now, il nuovo album uscito il 20 ottobre, insieme ai brani più celebri del suo repertorio.

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27 LUGLIO: Symphonika “On the rock”

Un grande show che propone i classici del rock ri-arrangiati per band e orchestra. Il tutto accompagnato da un incredibile supporto scenografico per far vivere agli spettatori un’esperienza unica, in cui il rock incontra il sinfonico, dove classico e moderno si fondono.

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